Una vita da film, con l'ambizione della passerella e un coraggioso coming out fatto a 14 anni.
Filippo Francesco Marcuccio è nato a Gallipoli il 24 Marzo 1999 ma vive a Rimini da quindici anni. Ci parla di una vita vissuta in maniera poco tranquilla, per i tanti litigi con i genitori, per questo motivo si reputa maturato e cresciuto prima del previsto se così si può dire.
Quando ti abbiamo contattato, su suggerimenti di alcuni nostri contatti, dalla presentazione che ci hai inviato, notiamo un carattere malinconico.
Non saprei, molte volte mi sento come se tutte le mie emozioni venissero ovattate e divento apatico, penso che tutto questo derivi dall’infanzia difficile che ho avuto e questo a sua volta mi porta spesso ad avere delle difficoltà rapportarmi con le persone, ma ci sto lavorando tuttora.
Parlaci del tuo trasferimento dalla Puglia alla Romagna.
A quattro anni mi sono trasferito a Rimini controvoglia, ero piccolo e te affezionato alla mia vita che avevo in Puglia però negli anni. Sono riuscito a costruirmi dei rapporti e delle amicizie.
A soli quattordici anni decidi di dichiarare la tua omosessualità in casa. Una scelta ponderata? Sicuramente oggi come oggi, non più tabù come diversi anni fa, ma ancora i preconcetti in merito sono tanti. A 14 anni ho iniziato a capire di essere gay e mi sono così dichiarato subito con i miei genitori che presero la cosa bene dicendo mi che mi avrebbero amato nello stesso ed identico modo di sempre, perché con i problemi che già avevamo e stavamo vivendo non penso che arrabbiarsi o crearsi problemi inutile potesse portare a qualcosa di migliore in casa. Quindi va bene così, sono molto grato ai miei genitori per avermi accettato così come sono.
Quando arrivano le passioni che ti ispirano oggi?
Sempre con i 14 anni. Inizia da li la mia passione per la moda, per il mondo dello spettacolo e per l’arte; così mi iscrissi al liceo artistico per studiare arte, pittura e moda. Non ho potuto finire gli studi perché all’inizio del terzo anno i miei genitori si sono separati definitivamente. Mia madre mandò via mio padre di casa. Il problema è che la mia famiglia paterna ha dato inizio ad una “guerra” che è durata fino alla fine del 2018. Guerra di avvocati per poterci togliere la casa nella quale siamo cresciuti io e mia sorella, casa che ci era stata ripromessa se fossimo tornati dal Brasile con mia madre che era andata via da Gallipoli con noi due.
E cosa accadde?
Alla fine della storia sono riusciti a sfrattarci e a mandarci via ma per fortuna in questo momento non siamo per strada, un’amica di mia madre ci ha voluto regalare la sua casa dato che lei non ci viveva più è così nonostante tutti i problemi che abbiamo avuto e nonostante tutti gli sforzi di mia madre siamo ancora qui, con un tetto sopra alla testa e felici.
E ora cosa fai?
In questo momento sto vedendo le mie migliori amiche che piano piano si stanno creando il loro futuro con le loro passioni e loro sogni, e io non voglio rimanere alla finestra a guardare. Intanto, sto scrivendo un libro sulla mia vita, piena di dettagli che reputo interessanti, sopratutto per chi come me ha fatto coming out da giovanissimo.
Cosa vorresti fare nella tua vita? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Io adesso sto studiando per diventare un make up artist professionale, il trucco e parrucco mi sono sempre piaciuti fin da piccolo, ho sempre “usato” mia sorella come cavia/ bambola.
Allo stesso tempo se rispondo alla domanda “qual è il tuo sogno nel cassetto?”, beh dico che sarebbe fantastico poter seguire le orme di mia madre.
Che cosa faceva tua madre?
In Brasile prima di venire in Italia ed di innamorarsi di mio padre lei era una grande Top Model, la volevano tutti in tutti locali era sempre amata e rispettata, ed è questo quello che voglio fare anch’io: essere un personaggio che ispira le persone, che le diverta e le faccia star in qualche modo bene, che mandi dei messaggi perché io tante cose da dire.
E come si arriva a questo risultato secondo te?
Ci sto provando. Talento, tenacia, impegno e tanta fortuna, sono alcuni degli ingredienti. Penso che insieme al "volerlo" siano altri requisiti che in qualche modo io posso avere.