Enzo Moscato, il massimo esponente della Nuova Drammaturgia Napoletana, si è spento all'età di 75 anni dopo una lunga malattia. Nato nel 1948, Moscato ha lasciato un'impronta significativa nel panorama teatrale italiano come autore, regista e attore.
A partire dagli anni Ottanta, Moscato si è distinto per la sua produzione prolifica, narrando i disagi sociali di un intero popolo. Spesso ha ambientato i suoi drammi nei Quartieri Spagnoli di Napoli, un luogo che amava profondamente e che è rimasto al centro della sua produzione. La sua scrittura teatrale era viva e musicale, mentre i suoi personaggi si presentavano come figure ambigue e contraddittorie, ma sempre ricche di vita.
Enzo Moscato ha contribuito in modo significativo al teatro con opere scritte e interpretate in forme coraggiosamente inconsuete. La sua lingua, sia arcaica che modernissima, ha reso il suo lavoro unico, attirando l'attenzione della critica e del pubblico non solo in Italia ma anche oltre i confini nazionali. Moscato è stato riconosciuto come l'interprete di un nuovo teatro di poesia, che trova le sue radici nei grandi autori e compositori napoletani, nonché in figure internazionali come Artaud, Genet, i poeti maledetti della fine del XIX secolo e Pasolini. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per il panorama culturale italiano.